Gli obiettivi aziendali: pesce d’aprile a giugno?
Arriva l’estate e puntuali (e fastidiosi) come le zanzare, eccoti arrivare gli obiettivi delle varie aziende, la declinazione di cosa le direzioni si aspettano dai propri operatori sanitari per l’anno in corso.
Un primo problema ci sarebbe già. Obiettivi per l’anno in corso che arrivano a fine giugno. Sarebbe un po’ come dare ai nostri figli i compiti da fare per le vacanze… a metà estate. Ma tant’è. Pare che sia una cosa irrisolvibile. Devono insegnarla ai corsi di management e direzione di azienda tanto è diffusa e apparentemente inevitabile.
Passiamo oltre e guardiamoli, questi obiettivi. Magari uno si aspetta che contengano spinte al miglioramento, alla qualità della prestazione, al benessere dei pazienti, alla sicurezza delle cure… Macché… il più delle volte, sembrano semplicemente una declinazione sanitaria della vecchia scala mobile. Una specie di adeguamento all’inflazione delle prestazioni dell’anno precedente.
Posti letto tagliati? Medici e biologi che si sono dimessi o andati in pensione? Carenza di infermieri? E che problema c’è? A luglio eccoti arrivare l’obiettivo di aumentare del 5% ricoveri o visite ambulatoriali o procedure a partire dal gennaio… Precedente.
Procedure e interventi peraltro messi in un gran calderone, in cui una protesi di ginocchio vale come un’artroscopia o un tunnel carpale e allora tanto meglio se fai tante cose da poco. Una mela uguale a una pera, ma se poi è un’uvetta secca va bene uguale.
Siamo ormai abituati (?) a questo scempio, ma quest’anno c’è una novità.
I primi mesi del 2022 li abbiamo passati a gestire le ondate residue del Covid, i reparti chiusi, gli interventi non urgenti ridotti, il personale deviato nei DEA o addirittura a vaccinare in orario di servizio. La stanchezza, le dimissioni, i DEA in crisi.
Ed eccoti che come ringraziamento ti arrivano gli obiettivi a luglio (per tutto il 2022). Incrementare mele, pere, uvette. E incrementarli rispetto ai valori del 2019, quando non c’era il Covid, né le vaccinazioni ed il personale era di più. Negli ambulatori sono ancora attive le procedure Covid di vestizione, svestizione, sanificazione e distanziamento delle visite. Meno medici, meno infermieri, meno letti (perché occupati da Covid), il morale a terra e loro ti chiedono (a luglio) di produrre di più del 2019.
Un beffardo pesce d’aprile estivo che non fa ridere e ci fa temere che la lezione dei due anni appena trascorsi e i segnali di allarme sempre più drammatici che provengono dagli ospedali delle Regione non siano stati per nulla recepiti.
Marco Romanelli
Vice Segretario Regionale Anaao Assomed Piemonte